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Una forte logistica per rendere la Campania hub euromediterraneo degli scambi

  05 Febbraio 2018

“Abbiamo messo in campo programmi di investimento infrastrutturali per il Mezzogiorno che valgono complessivamente 49 miliardi di euro, di cui 36 miliardi disponibili. Stiamo cercando di recuperare il gap accumulato nei decenni precedenti, i risultati si vedranno appieno nei prossimi anni ma già ora ci conforta molto che negli ultimi tre anni”.

Lo dichiara Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervenendo all’Unione Industriali di Napoli al convegno “La logistica per lo sviluppo del Mezzogiorno”, confronto programmato nell’ambito di “Connettere l’Italia”, il nuovo piano strategico da 123 miliardi promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la mobilità del Paese. Un mix integrato di interventi per mettere a sistema i diversi modi di trasporto, con una particolare attenzione per il Mezzogiorno, dove “la cura del ferro” per le reti ferroviarie, in particolare merci, prevede circa 21 mld di investimenti. Altro capitolo determinante per il Sud riguarda gli interventi di manutenzione, aumento capacità, digitalizzazione, ultimo miglio e sostenibilità ambientale nei porti del Mezzogiorno dove transita il 46% dei traffici totali italiani. Per quanto riguarda il porto di Napoli si punta sul Beverello, con un nuovo Terminal plurifunzionale, servizi ai passeggeri, negozi e ristoranti, sistemi di informazione anche a distanza. Il progetto da 20 milioni di euro, presentato da Pietro Spirito, presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno Centrale, rientra nel piano più generale relativo al waterfront di Napoli.

Si parte dunque dall’approdo degli aliscafi e dei traghetti per le isole del Golfo, un hub che serve oltre 6,5 milioni di passeggeri all’anno. Saranno demolite le strutture esistenti e sarà realizzata una nuova stazione marittima. “Il ministero ha messo a disposizione 20 milioni di euro – spiega il ministro Delrio – ci è piaciuto il progetto e vogliamo che il porto sia bellissimo e godibile”. Il progetto prevede anche una passeggiata coperta, in continuità con l’accesso alla città, attraverso la nuova stazione della metropolitana di piazza municipio.

“La logistica – dice a margine del convegno Vito Grassi, vicepresidente dell’Unione Industriali di Napoli – può essere la vera chiave di volta per la competitività del Mezzogiorno partendo dalla rigenerazione delle aree retroportuali dei principali porti del Sud e dall’utilizzo dello strumento delle Zone Economiche Speciali, i cui decreti istitutivi diventeranno a breve operativi”. Per il vice presidente dell’Unione Industriali di Napoli il Sud può contare su un forte asset portuale, che ha bisogno però di essere rigenerato e rilanciato ripensando l’organizzazione complessiva del network italiano e meridionale, al fine di allargarne il bacino di utenza e attrarre quante più direttrici di traffico possibile, facendo realmente “sistema” anche tra le diverse tipologie di trasporti marittimi.

“C’è bisogno – aggiunge Grassi – di una visione d’insieme, capace di convogliare le esigenze di tutti i comparti del trasporto marittimo: da quello container a quello crocieristico, dallo Short Sea Shipping-autostrade del mare alle navi multipurpose”. Per il Mezzogiorno la possibilità di intercettare nuovi flussi di traffico passa anche attraverso un’azione che renda pienamente operativi i retroporti delle principali realtà portuali (per la Campania Napoli, Torre Annunziata e Salerno) trasformandoli in poli logistici che potranno beneficiare dei vantaggio fiscali delle Zone Economiche Speciali. “In tal senso è necessario favorire l’insediamento di imprese con consistenti flussi di interscambio internazionale, creando, a ridosso dei terminal portuali e centri logistici in regime di Zes, aree dedicate all’export. Azioni – aggiunge Grassi – che potrebbero dare un contributo fondamentale a spingere il Mezzogiorno  a diventare un hub euromediterraneo degli scambi, aprendosi a economie che, in Medio Oriente come in Africa, o sono già emerse prepotentemente o lo saranno in futuro”. Il Sud ha un interscambio coi Paesi dell’Area Mena, ossia del Medio Oriente e del Nord Africa, di quasi 14 miliardi di euro, circa il 20% del totale Italia verso quest’area. La quota di export invece è del 15%, più elevata della media italiana che è al 10%”.

I numeri quindi confermano la vocazione geografica di un Sud Italia che è il cuore del Mediterraneo.

Maria Pia De Angelis

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