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La Fisica Quantistica raccontata a teatro

  13 Gennaio 2018

C’è una famosa foto del 1927 in cui sono ritratti in posa 29 uomini di cui 17 erano o sarebbero diventati Premi Nobel, che documenta il ritrovo a Bruxelles per il Congresso Solvay di tutti i fisici del XX secolo che hanno fatto venire alla luce, quel giorno (29 ottobre), la Fisica Quantistica. Parte da questa immagine Gabriella Greison, nel suo “1927 Monologo Quantistico” per raccontare, con foto, musica e video, i fatti più sconvolgenti, misteriosi, divertenti e umani intorno ad una scoperta che ha cambiato la storia del mondo.

Gabriella Greison ricostruisce i dialoghi, le serate, i dibattiti, dopo un lungo soggiorno a Bruxelles, in cui ha raccolto informazioni, tradotto lettere, parlato con persone e parenti, che sono realmente stati presenti a quei ritrovi. Einstein li chiamava “witches’ Sabbath” (il riposo delle streghe).

Lo spettacolo, con la regia di Emilio Russo, presentato con successo al Nuovo di Napoli, e dal 18 al 21 gennaio al Brancaccino di Roma, è reduce da una tournée nei Festival, nelle aule magne delle scuole, nelle librerie e persino in una chiesa sconsacrata, riscontrando in ogni occasione grande successo di pubblico.

“I fisici quantistici – sottolinea la scrittrice, fisica e monologhista, autrice del libro “L’incredibile cena dei fisici quantistici” (ed. Salani) – hanno avuto il coraggio di abbandonare la rassicurante fisica classica per mostrare a tutti una nuova strada da seguire. Intorno avevano gli scettici, gli invidiosi e i prepotenti- Eppure loro sono andati avanti, in pochi, e hanno cambiato – con ostinazione e grande dedizione al lavoro – la storia del mondo e la vita delle persone”.

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