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Turismo e ict sono la scommessa

  16 Novembre 2017

Turismo? Vittorio Ciotola, leader dei Giovani Imprenditori napoletani, suggerisce i settori su cui puntare.

Turismo e ICT, la scommessa di Vittorio Ciotola.

Vittorio Ciotola, presidente del gruppo dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali Napoli, conosce molto bene non solo le difficoltà, ma anche le incredibili opportunità che un lavoro, come quello dell’imprenditore, può offrire alle nuove generazioni che si affacciano per la prima volta in questo affascinante settore.

Per un giovane che vuole fare impresa quali incentivi ci sono?

Provvedimenti in favore degli aspiranti giovani imprenditori non mancano. La Legge di Bilancio 2017 ha rifinanziato la misura sull’auto-imprenditorialità, che prevede finanziamenti a tasso zero con copertura del 75% per progetti di investimento del valore massimo di un milione e mezzo di euro, promossi da micro e piccole imprese formate prevalentemente da giovani e donne. La misura è gestita da Invitalia, che cura anche “Smart&Start Italia”, un meccanismo per promuovere la nascita e la crescita di startup innovative. Oltre al finanziamento a tasso zero, che per i giovani e le donne può arrivare a coprire fino all’80% dell’investimento, per le startup del Sud c’è un contributo a fondo perduto pari al 20% del valore del finanziamento stesso.

Perché un giovane dovrebbe fare impresa? E perché dovrebbe farla a Napoli o in Campania?

Innanzitutto per un motivo pratico. La ricerca del “posto”’ in una pubblica amministrazione per le nuove generazioni è improponibile. Vi possono essere opportunità anche lì, ma estremamente ridotte rispetto ai tempi delle “infornate” nei carrozzoni clientelari, che tanti danni hanno prodotto in termini di inefficienza del nostro sistema pubblico. Chi ha idee e crea impresa si garantisce il futuro con le proprie mani, è artefice del suo destino. Perché a Napoli e in Campania? E perché no? La regione è prima per numero di imprese innovative. Vi sono settori come il turismo, l’industria culturale o l’Ict, con potenzialità di crescita molto rilevanti. E poi, con l’integrazione digitale dei processi produttivi, anche l’impresa manifatturiera può essere una possibilità interessante.

Quali sono attualmente i settori imprenditoriali più favorevoli in cui avviare un’attività?

In Campania, oltre a quelli appena indicati, vi sono comparti che esprimono realtà d’eccellenza e che possono ulteriormente espandersi. Dall’aerospazio all’automotive, dall’agroalimentare al sistema moda, fino al packaging e alla blue economy.

Cosa pensa della cosiddetta fuga dei cervelli? Che strategie adotterebbe per evitarla?

Oggi i giovani sono cittadini del mondo. Varcare i confini nazionali per fare nuove esperienze formative o di lavoro può essere una grande opportunità di crescita personale e professionale. È giusto tuttavia che sia una scelta e non un obbligo imposto dalla mancanza di alternative. Per evitare che questo accada, c’è bisogno di più politica con la “P” maiuscola. La concertazione interistituzionale e il confronto costruttivo tra chi amministra il territorio e le forze produttive, nella logica del partenariato pubblico privato, può sbloccare operazioni di enorme impatto per lo sviluppo delle nostre aree. Bagnoli è un esempio emblematico. Se il patto da poco firmato non resta un episodio fine a se stesso, ma viene seguito dal puntuale rispetto di un crono-programma, in cui ciascun soggetto coopera con gli altri nell’interesse superiore della collettività, si creeranno le condizioni per un grande rilancio dell’economia e della stessa occupazione. Il che, naturalmente, arginerebbe anche la fuga dei cervelli.

>di Roberto Colonna

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