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Tiro liberissimo: Napoli, ritorno in A2

  02 Novembre 2017
Il successo e la scalata verso il successo della squadra napoletana.

Tiro Libero: quando la pallacanestro fa Centro.

Le alterne vicende, cicliche, della pallacanestro in Campania, portano a pensare ad una mano bizzarra che ne tira i fili con il beffardo effetto di contrapporre le tifoserie anche fuori dal campo, scoraggiandone alcuni ed esaltandone, per converso, altri.

E’ la storia di questa caldissima estate 2017 che ha visto gioire la Napoli dei canestri per il ritorno in A2 , tanto imprevisto quanto meritato, della rappresentante cittadina Cuore Napoli Basket (frutto di eclettismo e di una combinazione di fattori favorevoli) e piangere Caserta (si proprio la Caserta dell’unico scudetto del sud) esclusa ormai irrevocabilmente, per inadempienze amministrative, dalla serie A1.

Il ricorso di una alternanza che impedisce in prospettiva la disputa di uno dei derby più infuocati della storia della pallacanestro italiana.

A fronte di ciò ai nastri di partenza della serie maggiore si presenta una Sidigas Avellino, oramai solida e longeva realtà, con esplicite velleità di competere ai massimi livelli dopo la finale per l’aggiudicazione del titolo fallita per un soffio quest’anno contro la poi scudettata Venezia. In A2 insieme alla già citata Napoli, l’altra storica realtà campana ovvero quella Scafati che, in barba a mille difficoltà, tiene botta oramai da circa un ventennio ai vertici della pallacanestro nazionale.

Singolare la storia del Cuore Napoli Basket, frutto di una visione del Presidente Ciro Ruggiero che nella scorsa estate decide di trasferire a Napoli la propria società di stanza ad Agropoli (piazza già troppo affollata per la presenza di altra squadra in serie A) dopo aver vinto con merito il campionato di serie C, per disputare nel capoluogo partenopeo oramai privo di realtà cestistiche di categoria, il campionato di serie B. Un campionato però da affrontare senza particolari velleità, solo quella di creare un senso di appartenenza tra squadra e tifosi (diffidentissimi dopo le innumerevoli recenti delusioni) proponendo un cuore azzurro come simbolo della rinascita e della coesione. Il progetto però sarebbe concepito per la disputa di un campionato dignitoso e nulla più.

Poi la svolta.

Una chimica che si rivela vincente, uno stratega esperto ed ancora entusiasta in panchina, quel Francesco Ponticiello che vede Napoli come punto d’arrivo indipendentemente dalla categoria ed un serbo-napoletano tal Njegos Visnic che dopo tante minors vinte, a dispetto di anni (37) e chili, detta il ritmo della stagione vincente dalla zona più nevralgica del campo. E così che Napoli si aggiudica prima la Coppa Italia di categoria e poi, nella final four di Montecatini, dopo un lunghissimo ed estenuante playoff, conquista non senza affanni la promozione in A2 per la felicità di una piazza improvvisamente rinvigorita nella passione comunque sempre pronta ad esplodere.

Ora l’impegno della A2, con un parziale rinnovamento di squadra e staff,  con un budget non elevato per la consapevolezza di dover fare passi adeguati rispetto alle effettive possibilità economiche di cui si dispone, per evitare di inciampare nelle tante trappole e scadenze amministrative, onerose, che si presentano nel corso del campionato ma, se gli scherzi della storia dovessero nuovamente ripetersi, beh ci sarà da divertirsi quest’anno al Palabarbuto.

>Paolo Calcagni 

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