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San Carlo, nuova stagione tra ricerca e tradizione

  15 Luglio 2017

Countdown per la nuova stagione del San Carlo che il teatro dedica al grande direttore d’orchestra britannico sir Jeffrey Tate. Nuovo anno e una nuova grafica accattivante per il logo del teatro: campeggia su uno sfondo bianco il drappo rosso del sipario che evocare nel contempo il simbolo scaramantico per eccellenza del corno napoletano. Il San Carlo registra di anno in anno un allargamento sempre più significativo della platea che come spiega la sovrintendente Rosanna Purchia “ha raggiunto le 300.000 presenze; per abbracciare i diversi pubblici con cui esso si confronta abbiamo dovuto realizzare un stagione trasversale che rispondesse con un’offerta più vasta alle diverse esigenze. Per tale motivo abbiamo sia diversificato gli abbonamenti che realizzato un programma che facesse dialogare linguaggi diversi come la prosa, la musica contemporanea e la danza”.

Già dal titolo di apertura del 12 dicembre si evince subito che il nuovo anno sarà all’insegna dell’originalità. Si comincia, infatti, con la Fanciulla del West, un titolo un poco frequentato della produzione pucciniana, con allestimento di Hugo de Ana, sotto la direzione musicale di Juraj Valčuha.

Alla base del cartellone 2017/2018 c’è il concetto di difesa del patrimonio che va inteso non in una mera ripetizione di titoli, ma in un equilibrio armonico tra tradizione e innovazione. Come dichiarato dal direttore artistico Paolo Pinamonti: “un patrimonio si difende se si allarga l’offerta culturale, ma questo deve essere fatto con un attento equilibro tra nuove proposte e repertorio. Ci sono da una parte titoli imprescindibili della tradizione operistica, dall’altra un teatro di proposta che faccia crescere l’immagine e il prestigio del teatro nel panorama internazionale”.

Una vera e propria scommessa sulla contemporaneità è allora rappresentata dal debutto il 6 febbraio del musical, in due atti, My Fair Lady di Loewe-Lerner. Scelta coraggiosa intrapresa dal teatro che produrrà l’opera in prima persona e si confronterà nel contempo con un genere lontano dalla sua storia; il musical tra i titoli più amati del secondo dopoguerra vedrà la partecipazione straordinaria di Raina Kabaivanska nel ruolo di Mrs. Higgs. Ed è sempre sulla novità che il 15 marzo a duecento anni dalla sua rappresentazione al San Carlo ritorna il Mosè in Egitto, azione tragico-sacra di Gioacchino Rossini prodotto dalla Welsh National Opera di Cardiff, con cui si ricorderanno i 150° anni dalla morte del compositore; il 15 aprile sarà la volta di Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič, opera cardine della storia musicale sovietica; il 10 maggio la farsa musicale Il Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota nell’allestimento del Petruzzelli di Bari.

A dominare sull’altro fronte sarà, quindi, la tradizione in linea con la volontà del teatro di far conoscere al pubblico di neofiti e di giovanissimi i grandi testi dell’opera lirica e del balletto ed ecco: Nabucco, Rigoletto, Tosca, Bohème e Traviata. Per quanto riguarda la danza ben sette titoli in programma sotto la direzione dell’étoile Giuseppe Picone. Accanto a titoli più tradizionali come Schiaccianoci e Giselle, il Corpo di Ballo sarà impegnato in collaborazione con il Teatro Bellini in una nuova creazione L’ultimo Decameron su testo di Stefano Massini e musiche di Enzo Avitabile. Ed infine ad ottobre le masse artistiche saranno impegnate con Carmen in una tournée a Bangkok diretta dal maestro Zubin Mehta.

 

Di Sara Stellabotte
Foto di Luciano Romano (courtesy of Fondazione Teatro di San Carlo)

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