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EDIFICI A PROVA DI SISMA

  21 Aprile 2017

La sperimentazione del progetto Metrics realizzato dal Distretto Stress con l’Università Federico II per la riqualificazione dei centri storici e degli edifici di pregio.

Da Napoli le tecniche antisismiche per garantire la sicurezza degli edifici: i recenti terremoti hanno messo a nudo la fragilità delle tantissime case datate presenti nei borghi italiani e per questo il mondo della ricerca, unito a quello delle costruzioni, sta tentando di trovare delle soluzioni. Considerato che è impossibile abbattere e ricostruire i numerosi immobili a rischio, si stanno testando tecniche che mirano al rafforzamento strutturale degli stabili.

Un esperimento di assoluto rilievo, che testimonia l’eccellenza napoletana in tale settore, si è tenuto presso il Dipartimento di Strutture della Federico II di Napoli nell’ambito del progetto di ricerca Metrics del Distretto Stress. In particolare il Progetto Metrics – Metodologie e Tecnologie per la gestione e Riqualificazione dei Centri Storici e degli edifici di pregio – mira alla ricerca industriale per lo sviluppo di metodologie e tecnologie innovative per favorire la sostenibilità e la sicurezza. A tal proposito nei mesi scorsi un campione in muratura di tufo, rappresentativo di una tipologia di edilizia storica diffusa in molte regioni italiane, è stato sottoposto ad una serie di prove dinamiche che hanno indotto un avanzato stato di danneggiamento dei pannelli murari. Successivamente il medesimo campione è stato ripristinato e rinforzato. Nel dettaglio sono state impiegate chiodature orizzontali realizzate con barre elicoidali in acciaio inox di nuova sperimentazione messe in opera a secco. La medesima tecnica è stata adottata per rinforzare le zone delle pareti con lesioni sub orizzontali inserendo le barre in appositi alloggi creati nello spessore delle pareti. Il risultato di assoluto rilievo è stato che il campione sottoposto nuovamente e scosse pari a quelle avvenute nel Paese negli ultimi anni non ha riportato danni strutturali.

Un successo di non poco conto che ha visto protagonisti l’Università di Napoli Federico II, il Consorzio Tre, Girardi Costruzioni e Mapei Spa.

Un esperimento che ha richiesto capacità tecniche ma anche tecnologia di alto livello. Al tal proposito le scosse utili alla simulazione sono state prodotte da due simulatori, le tavole vibranti, costituiti da piattaforme mobili che consentono di riprodurre il moto oscillatorio indotto da terremoti lungo due direzioni ortogonali. Il laboratorio di Strutture dell’Università degli Studi di Napoli è uno dei pochi al mondo ad essere dotato di un sistema di tavole mobili che possono essere disposte a varie distanze tra gli elementi da testare.

“Lavoriamo per la sicurezza – sostiene Ennio Rubino, presidente del Distretto Stress –: la sinergia tra tutte le componenti del settore edile come università, centri di ricerca e aziende è fondamentale per ottenere risultati concreti. A Napoli siamo all’avanguardia nel settore delle tecniche di costruzione con riferimento all’ingegneria sismica. Bisogna individuare le zone a rischio ed intervenire”.

Per Alberto Zinno, responsabile del progetto Metrics, “il risultato dell’esperimento effettuato è molto indicativo: la casetta in muratura, rafforzata mediante barre di acciaio a secco, non ha evidenziato danni strutturali dopo le scosse, a differenza del medesimo immobile senza nessun tipo di intervento. Tutto ciò significa che il nostro patrimonio edilizio può essere messo in sicurezza”.

> di Marco Altore

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