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Un ricordo a quattro corde

  18 Maggio 2020

Omaggio a Rino Zurzolo con parole, appunti,
scatti e storie di chi lo ha conosciuto.

Fresco di stampa il libro su Rino Zurzolo “Un ricordo a quattro corde” a cura di Gino Aveta e Massimo Abruzzese, edito da Guida Editore è in libreria da aprile e sarà presentato nei prossimi giorni al Salone del Libro di Napoli.

Il testo ripercorre la vita di Rino attraverso parole, appunti, scatti anche inediti e storie di chi lo ha conosciuto. Un tributo al musicista napoletano, ma anche un progetto di resistenza e vitalità editoriale che getta un ponte verso le espressioni culturali di una città mai a corto di ispirazione.

Tra gli artisti che hanno contribuito al lavoro ci sono Tullio de Piscopo, Tony Esposito, Daniele Sepe, Enzo Gragnaniello, James Senese, Paolo Raffone, Elisabetta Del Serio, i parenti e tanti altri che hanno apprezzato la sua musica.

Centocinquanta pagine di emozioni.

Rino Zurzolo era semplicemente un musicista, un musicista che amava la musica e tutto quanto gravita nel mondo delle note, un artista che ha fatto onore alla città di Napoli e a quanti amano la nostra cultura musicale.

La sua formazione classica si è immersa profondamente nel pop con uno stile ed un suono che tutti riconoscevano. Infatti la parte importante della sua arte, che ha decisamente trasportato Rino nell’olimpo dei grandi, é la riconoscibilità, la capacità di essere singolare nel vasto mondo della musica e dei musicisti, il suo suono non si confondeva con altri, aveva una timbrica che portava, indelebile, la sua firma. Così scrivono gli autori nella prefazione del libro e a tre anni dalla sua scomparsa insieme ai tanti musicisti e amici di Rino.

«È per la sua arte e alla sua memoria che abbiamo deciso di realizzare questo lavoro – racconta Massimo – che vede la partecipazione di oltre settanta amici e colleghi che con noi lo hanno ricordato».

Ma si aggiungono altri motivi ai perché della scelta fatta di pubblicare questo libro, «innanzitutto perché eravamo grandi amici e gli volevamo molto bene – chiosa Gino -. Poi perché abbiamo diviso con lui un bel pezzo di gioventù e le cose vissute in gioventù, si sa, sono quelle che restano più impresse nei nostri cuori, poi il caso ha voluto che anche noi fossimo coinvolti direttamente nella battaglia contro il male che ha colpito Rino e ce lo ha portato via».

La sua musica continua a colorare la nostra esistenza e magicamente prolunga il piacere dell’anima. Quello che ha emozionato di più nella sua tragica vicenda è stato il suo silenzio, il suo non voler dire a nessuno ciò che gli stava succedendo «e per noi, che stiamo vivendo la stessa situazione – prosegue Massimo – il suo modo di affrontarla ci ha sconvolti profondamente devastando ancor di più il nostro precario equilibrio. In fondo in fondo ci ha fatto bene perché ora parlare di lui è come esorcizzare dalle nostre vite il male, immaginando il suo stato e ciò che lui provava tenendo tutto celato dentro di sé», fa eco Gino a filo di voce.

Cosa si può dire di Rino Zurzolo che non è stato già detto dai tanti amici e musicisti che hanno partecipato alla realizzazione del libro: molti hanno raccontato il Rino musicista, contrabbassista, l’amico, il fratello, «per noi Rino era un ragazzo amabile, sincero, dolce e soprattutto curioso. Insomma una persona non noiosa con la quale era piacevole passare un po’ di tempo davanti ad un bicchiere di whisky ed un buon sigaro toscano», mormorano i due curatori. “Un ricordo a quattro corde” promuove e sostiene i progetti di solidarietà in favore dei bambini e degli adolescenti con neoplasie, il ricavato della vendita sarà devoluto alle associazioni che si adoperano in questo ambito.

> di Daniela Rocca

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