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Melville, uno sguardo su Napoli

  30 Gennaio 2020

Il 1° agosto del 1819 a New York nasceva Herman Melville. Scrittore, poeta e critico statunitense, autore del romanzo “Moby Dick”, uno dei capolavori della letteratura statunitense dell’Ottocento che ebbe il meritato successo soltanto dopo la Prima Guerra Mondiale. In vita l’autore era conosciuto e apprezzato per il suo primo romanzo, “Typee, un’avventura nelle Isole Marchesi”, scelto dall’editore Alessandro Polidoro come titolo d’apertura della collana Classici. “Abbiamo scelto di riportare in libreria titoli poco conosciuti, o mai pubblicati prima in Italia, di autori famosissimi. In occasione del bicentenario della nascita di Melville – spiega Polidoro -, riproponiamo l’autore andando a scovare due opere d’eccezione in versi: uno spaccato di Napoli al tempo di re Bomba, composto dopo aver soggiornato per diversi giorni in città, e una raccolta di poesie, fino ad oggi mai pubblicata in Italia”.

Melville, infatti, fu anche un esploratore; durante la sua vita si imbarcò come mozzo e poi come marinaio, visitò le isole del Pacifico e l’Europa. Questi viaggi furono fonte di ispirazione per le sue opere. Non tutti sanno che Melville scrisse poesie per tutta la sua vita. Considerato da Allen Ginsberg uno dei quattro maggiori poeti dell’Ottocento, Melville è da considerarsi un rivoluzionario che, nonostante gli arcaismi, fu in grado di preannunciare le innovazioni e le pulsioni che si affermarono nei primi anni del Novecento. Compose diverse raccolte di poesie e poemi ma la sua produzione in versi è, seppur esemplare, ancora oggi poco esplorata.

Nel 1857 durante uno dei suoi viaggi in Europa, sostò a Napoli ed è qui che ebbe l’ispirazione per “Napoli al tempo di re Bomba”, un poemetto con protagonista un vecchio marinaio, Jack Gentian (proiezione dell’autore), che arrivato in città noleggia un landò e si avventura tra la confusione e i saltimbanchi dei vicoli di Napoli. Il periodo storico in cui il poemetto è ambientato non è da sottovalutare. L’atmosfera giocosa del carnevale del 1857 nascondeva delle tensioni latenti: la città, infatti, pochi mesi prima venne sconvolta da numerose rivolte e insurrezioni. L’autore racconta alcuni di quegli eventi con estrema sensibilità e attenzione.

Il poema è uscito in Italia per la prima volta nel 1995, a cura e traduzione di Gordon Poole che si è occupato anche di questa edizione, rivista e ampliata e di “John Marr e altri marinai”, raccolta di poesie fino ad oggi inedita in Italia. Le illustrazioni di quest’ultimo volume sono di Cristina Cerminara.

> di Alessandro Tasini

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