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Di padre in figlio: l’amore dei De Sica per Napoli

  22 Gennaio 2020

Mi piacerebbe scrivere una targa come si fa per la pasticcerie o le salumeria: Qui si fa cinema dal 1991”. Infatti la “ditta De Sica” dopo mio padre è proseguita con me, con mio figlio Brando e con mio nipote Andrea.” Esordisce così Christian De Sica nel corso della presentazione partenopea del suo ultimo film “Sono solo fantasmi”, girato completamente a Napoli.

Un horror-comedy, ricca di effetti speciali e di un inserto cartoon, che coniuga i toni della classica commedia all’italiana con gli stilemi, in salsa humour, dell’horror.

Una scelta quella di ambientare il film a Napoli certamente non casuale. Non solo, come ha dichiarato lo stesso De Sica, “perché Napoli è assieme a Torino e Trieste una delle tre città esoteriche italiane, ma soprattutto perché “mi sento in sintonia con i napoletani. Loro mi capiscono al volo”.

Il film, al di là delle gag e dell’intreccio narrativo, è un dichiarato omaggio di Christian De Sica al padre Vittorio. Non a caso, nel corso delle ultime battute del film, lo stesso Christian, invecchiato di alcuni anni, assunte le sembianze del grande regista, recita un delicato e melanconico monologo. Christian ha poi narrato alcuni gustosi aneddoti accaduti al grande Vittorio durante la lavorazione di alcuni film che ha diretto a Napoli.

“Mio padre era l’unico regista che riusciva a girare un film a Napoli in presa diretta. Un giorno era sul set di Matrimonio all’italiana. Immaginate i rumori e il chiasso di una città come Napoli. Lui senza scomporsi perse il megafono e, rivolgendosi alla popolazione, disse: “Buongiorno sono Vittorio De Sica, sto girando un film con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Vi chiedo due minuti di silenzio.” Tutti si ammutolirono. “Motore, ciak, azione!” Terminata la scena mio padre esclamò un sentito “Grazie!” rivolto agli abitanti di quella strada, che gli risposero in coro: “Grazie!”

“Quando girava L’oro di Napoli erano sempre circondati da una folla che osservava lo svolgimento dell’azione. A sera il segretario e l’amministratore pagava le comparse, i proprietari dei negozi che avevano dovuto rinunciare alla loro usuale vendita. Un uomo sulla quarantina che era rimasto lì fra la gente, semplicemente,a  guardare la scena, pretendeva di essere pagato anche lui.” Ma lei non ha fatto niente! Non è nella lista delle comparse!” “Ma io so curioso. Non so iuto a faticà. Mi avete attratto, mi dovete risarcire.

Prima di salutare i presenti, Christian ha commentato la trama del film, ha ringraziato gli attori napoletani che hanno composto il cast ed ha ironizzato sul personaggio interpretato da Carlo Buccirosso che, nelle ultime battute del film, vittima di un sortilegio, si siede al tavolo verde per sfidare l’odiato suocero a poker.  Dopo aver sottolineato che anche questo passaggio del film era un omaggio al padre, noto frequentatore di casino e giocatore incallito, ha raccontato un ultimo aneddoto. “Una sera mio padre perse una fortuna al Casino di Montecarlo, che al tempo era di proprietà di Onassis e del principe Ranieri. Quest’ultimo gli disse: “Con i suoi soldi rifaremo le aiuole del parco” E mio padre, di rimando, forse anche per reazione, mi guardò e mi disse: “A Cristià, un giorno tutto questo sarà tuo!”

> di Ignazio Senatore

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