Mostrarte

home > Mostrarte> Fondazione Morra, Officina del Fare

Fondazione Morra, Officina del Fare

  25 Luglio 2019

Dalla Vigna di S. Martino al Museo Nitsch: alla scoperta delle iniziative di Giuseppe Morra per l’arte contemporanea

Gallerista, collezionista, curatore, intellettuale instancabile, Giuseppe Morra cerca il senso dell’arte ponendosi criticamente e in prima linea all’interno di zone relazionali connesse e costruttive. Appassionato della multidisciplinarietà e del plurilinguismo, dalle letture di Marx, Engels, Stirner struttura una formazione intorno al concetto di arte come campo operativo: “Le avanguardie della body art si attagliavano con la mia visione poetica e filosofica intrisa di studi relativi alla cultura greca, a Nietzsche, a Schopenhauer – rivela Morra –  animando la necessità di pensare e riflettere sull’arte come forza per il pensiero e per il fare”. La sua avventura inizia nel 1974, con lo Studio Morra, a via Calabritto: “affidai l’evento inaugurale a Günter Brus – ricorda il professor Morra – attraverso cui conobbi Hermann Nitsch, di cui il 10 aprile presentai la 45.aktion: da quel momento il sodalizio fra me e il maestro viennese è diventato inscindibile”. Lavorando sempre con correnti e artisti di calibro mondiale, contribuisce in maniera decisiva a fare di questa città un punto di propagazione e ricezione a livello internazionale. Negli anni Novanta l’esigenza di un più ampio raggio di ricerca lo induce a costituire la Fondazione Morra Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive, che si pone come scopo anche la riqualifica di quei quartieri socialmente “difficili”, su cui, non a caso, sceglie di impiantare le sue nuove prestigiosissime sedi: a Palazzo dello Spagnuolo, poi a Palazzo Bagnara. La Fondazione, presente dal 2005 nell’Albo regionale sezione Alta Cultura, diviene, nel tempo, cabina di regia e cuore pulsante di una serie di straordinari spazi che Giuseppe Morra inaugura a tappe successive:

1) il Museo Hermann Nitsch (2008) a Salita Pontecorvo, dedicato all’opera dell’amico e sodale artista con i suoi elegantissimi due piani, la capriata, il tunnel di collegamento con gli ambienti della biblioteca e le terrazze belvedere sul golfo di Napoli che modellano un dinamico dispositivo culturale strutturato in dipartimenti-studio-ricerca-approfondimento;

2) Casa Morra, Archivio d’Arte Contemporanea (2016) presso Palazzo Ayerbo D’Aragona Cassano, un singolare complesso di 4.200 mq., centro di ricerca, workshop, formazione, residenza per artisti e studiosi, oltre che sede ideale per l’esposizione della collezione personale di Giuseppe Morra, proposte al pubblico a tappe, fino al 2116, seguendo il criterio del Gioco dell’Oca;

3) l’ Associazione Shimamoto (2017) a Palazzo Tarsia Spinelli, autorevole luogo per la ricognizione critica e storiografica del lavoro del maestro “Gutai”, oltre che di organizzazione e gestione del suo archivio generale;

4) la Vigna San Martino, un incanto di  75.000 mq. di terreno prospiciente il golfo di Napoli, che Giuseppe Morra ha recuperato dall’incuria, trasformandolo in un’Azienda agricola riconosciuta dal Ministero come bene monumentale, e sede di performance ed eventi artistici.

Una piccola costellazione di punti luminosi, dunque, organizzati secondo la logica de il Quartiere dell’arte: “una proposta – ci spiega – per attivare una rete di identità creative e plurali per la promozione e lo sviluppo innovativo dell’immagine territoriale attraverso l’arte contemporanea e la cultura che può rivitalizzare anche il settore dell’artigianato tradizionale”. A Casa Morra sono stati sistemati, infatti, oltre che gli Archivi Mario Franco e gli Archivi Living Theatre, il Laboratorio di Vittorio Avella, una stamperia d’arte fondata nel 1978, con l’intento di preservare il sapere manuale delle tecniche calcografiche, entro un disegno di accoglienza in progress. La Fondazione di Giuseppe Morra è un’officina del fare, dove artisti, studenti e docenti possono confrontarsi e discutere in reciproco scambio: un’eccellenza a Napoli, in cui le specializzate competenze di ciascun attore coinvolto, concorrono all’arricchimento sociale e culturale del nostro territorio, a vastissimo raggio.

> di Loredana Troise

condividi su: