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Onorato, il mare come passione

  17 Luglio 2018

L’armatore presenta a Napoli il suo Centro studi: Diamo un futuro ai nostri giovani

Vincenzo Onorato, uomo di mare che porta avanti una tradizione di famiglia consolidata da quattro generazioni, è uno dei principali armatori europei.

Presidente di Moby Lines e proprietario di Tirrenia – Compagnia Italiana di Navigazione, Onorato ha per il mare passione e forte rispetto, come dimostra con le sue battaglie a favore della marineria italiana. Onorato, napoletano, è a capo di un a flotta di 65 navi, 5.000 addetti, 7 milioni di passeggeri trasportati e 25 porti collegati; 35mila sono i viaggi effettuati nell’ultimo anno.

Un armatore dinamico che punta soprattutto sui giovani, impegno testimoniato dagli oltre 10mila ragazzi che, in dieci anni, si sono alternati nella scuola vela Mascalzone Latino, ospitata nella Darsena Acton della Marina Militare a Napoli.

Con Mascalzone Latino, nome che richiama un famoso brano di Pino Daniele e il team, fondato dallo stesso Onorato nel 1993, che ha regatato in diverse edizioni dell’America’s Cup, i ragazzi svolgono attività a “lungo termine”, nel senso che non si tratta di progetti circoscritti nel tempo: così, alcuni degli allievi frequentano questa scuola anche da 8 anni.

“Questa scuola di vela, nata nel 2007 – racconta Onorato – è aperta ai ragazzi, soprattutto a quelli che vengono dai quartieri più disagiati e problematici della città. Il percorso formativo accompagna i ragazzi a fare scelte consapevoli anche dal punto di vista scolastico”.

In tanti, infatti, hanno scelto di iscriversi agli Istituti Nautici. A Mascalzone Latino sono previste attività in aula in mare, alternando così pratica e teoria. “A questi ragazzi mi piacerebbe trovare un lavoro – aggiunge Onorato – per quelli che non saranno campioni di vela. La scuola è nata per loro, per far comprendere la possibilità di un lavoro in mare. Ma sulle navi ci sono marittimi extracomunitari, ma non italiani, una situazione che deve cambiare”.

Non a caso l’armatore sceglie Napoli, e simbolicamente la sua Scuola di vela, per presentare #Salviamo il futuro, un centro studi che, sotto la guida dello stesso Onorato, riunisce un gruppo di giovani ricercatori impegnati a evidenziare il devastante dramma disoccupazione giovanile in Italia. Dallo studio presentato emergono dati sconcertanti sulla Campania: su 920.000 disoccupati ben 510.000 sono Neet (persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione).

Ma non è solo nelle fasce formative e sociali più basse che il fenomeno è dirompente: la fuga verso l’estero (158.000 nuovi italiani iscritti nelle liste di residenti esteri nel solo 2017) fornisce anche l’indicazione della rinuncia a una futura classe dirigente di livello: secondo i dati relativi al 2016, 58.000 sono i giovani che se ne vanno ogni anno. E la maggioranza di loro parte e non fa ritorno da regioni ad alto tasso di formazione come la Lombardia. Secondo la proiezione di “#Salviamo il futuro”, per formare un giovane italiano sino alla laurea, sono necessari 173.000 euro. Il che significa che ogni anno l’Italia “regala” ai suoi diretti concorrenti, prima fra tutti la Gran Bretagna, 12,7 miliardi all’anno di formazione di alto livello. E rinuncia di fatto alle migliori professionalità che trovano immediato impiego in settori strategici come la sanità, la finanza, il management aziendale, il marketing e persino nella governance della pubblica amministrazione in altri paesi.

“#Salviamo il futuro” – conclude l’armatore – vuole imporsi come coscienza critica per un paese che ha dimenticato i suoi giovani e che, con troppa facilità, pensa di poter rinunciare al suo futuro. Il gruppo di studio sarà impegnato nella ricerca e nel monitoraggio di tutto quanto a livello internazionale, e specialmente in altri paesi europei, si sta tentando di fare per affrontare la piaga della disoccupazione giovanile”.

>di Francesco Bellofatto

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