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Sci e impegno sociale: Blind Vision al GIS di Cortina

  04 Febbraio 2018

Ha destato molto interesse la presentazione di Blind Vision, il progetto-istallazione di Annalaura di Luggo, al Miramonti Majestic Grand Hotel di Cortina, nell’ambito del 75° GISCampionato Italiano di Sci dei Giornalisti.

Con la di Luggo, apprezzata fotografa e artista da anni impegnata nella ricerca della sensibilità umana, ha parlato del progetto Francesco Marino, nota firma del giornalismo sportivo italiano.

Blind Vision è un progetto nato dal desiderio dell’artista di esplorare la modalità di percezione del mondo da parte dei non vedenti e stimolare una loro integrazione culturale e sociale.

L’installazione multimediale in edizione speciale è ospitata in una sala oscura all’interno della quale uno spazio buio ricrea un’atmosfera suggestiva che evoca il mondo di chi è privato della vista. Gli occhi, senza capacità di vedere la luce, s’illuminano e, contemporaneamente, le voci originali dei protagonisti esprimono i propri pensieri. I fruitori sono guidati in “un viaggio di luce” che accende la nostra consapevolezza rispetto alla scoperta di un mondo nuovo e di inaspettati stimoli per percepire la realtà, con sensi alternativi alla vista.

Gli occhi sono il centro della ricerca artistica di Annalaura di Luggo che ha scelto l’iride come simbolo dell’identità e dell’unicità di ogni essere umano.

Il desiderio dell’artista è quello di incontrare l’essere umano, spogliato da ogni tipo di condizionamento e pregiudizio, con un approccio libero da schemi precostituiti che si strutturano automaticamente in rapporto alla posizione sociale, all’età, al sesso, alla religione o alla diversa abilità. Utilizzando una macchina fotografica, da lei brevettata ha fotografato soggetti di vari livelli sociali, razze e culture: dalle stelle di Hollywood ai senza tetto, dagli immigrati ai politici internazionali, dagli sportivi alle persone con differente abilità, dai grandi imprenditori ai carcerati.

Nell’istallazione multimediale di Blind Vision il buio accoglie i visitatori per qualche istante, poi inizia il viaggio: quindici light box raffiguranti iridi di persone cieche o ipovedenti pulsano nell’oscurità e si raccontano. Sono le voci di donne, uomini e ragazzi che hanno perso la vista, testimonianze di vita vera, frammenti di storie che rivelano al visitatore le difficoltà quotidiane di una vita al buio. Rabbia, paura, malinconia, ma anche una straordinaria voglia di vivere. Si viene catapultati in un viaggio sensoriale ed emotivo, tra momenti di buio totale ed attimi di luce, silenzio e voci. La luce diventa metafora per “illuminare le menti” nei confronti di un mondo che sembra affiorare dall’oscurità. La stimolazione uditiva è data dalle voci originali dei protagonisti e dal sound design creato da Paky Di Maio, mentre la percezione tattile è offerta dall’opera “Essenza” di Annalaura di Luggo e riproduce un’iride che “è senza” pupilla.

L’installazione multimediale, curata da Raisa Clavijo è seguita dalla proiezione del teaser del documentario diretto da Nanni Zedda che svela le immagini dei protagonisti ed il percorso creativo.

Dopo il successo dell’installazione multimediale in Piazza dei Martiri a Napoli, dove ha catturato l’attenzione di oltre 15.000 visitatori italiani e stranieri, il progetto di Annalaura di Luggo, che coniuga ricerca artistica e impegno sociale è ora in tournée nelle principali città italiane ed estere.

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