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...fontane di napoli

Tazza di Por do (o delle Paparelle)             Carciofo
La Fontana della Tazza di Por do è sita nella   Posta al centro dell’odierna piazza Trieste e Tren-
Villa Comunale, immersa nel verde e nella       to, questa caratteristica fontana fu voluta dall’al-
tipica atmosfera neoclassica. Un tempo          lora sindaco di Napoli Achille Lauro e dalla sua
al suo posto vi era il Toro Farnese, prove-     giunta comunale. Secondo i progetti originari,
niente dalle Terme di Caracalla, che aveva      bocciati dal Consiglio delle Belle Arti nel 1955,
a sua volta sostituito, nel 1791, una fontana   al centro della piazza avrebbe dovuto tuttavia
su modello del Sammartino, con il Sebeto        sorgere la Fontana di Monteoliveto. Di tutta ri-
e la Sirena Partenope che versavano acqua       sposta, il sindaco Lauro donò allora alla città l’at-
da uno scoglio. Nel 1826 fu trasferito al Mu-   tuale Fontana del Carciofo, progettata da Carlo
seo Borbonico, lasciando spazio a una va-       Mormile, Federico Fedele e Carlo Comite, e inau-
sca (tazza) di granito egizio, originario del   gurata l’anno successivo. L’opera è composta da
tempio di Nettuno a Paestum, sostenuta da       un’ampia vasca circolare, all’interno della quale
quattro leoni disegnati dall’architetto Pie-    una corolla oreale, “il Carciofo” appunto, lascia
tro Bianchi, collocati su uno scoglio di pie-   scorrere l’acqua.
tre laviche. Al centro sorse una grande testa
di Medusa. I lati della nuova fontana furo-
no ornati con statue ra guranti le quattro
stagioni – nelle vesti delle divinità romane
Bacco, Cerere, Flora e del Vecchio Inverno –
e le sue acque furono popolate con nume-
rose oche o anatre. Molti i bambini che so-
levano giocare con i volatili, l’opera fu così
ribattezzata popolarmente Fontana delle
Paparelle (‘a funtana d’e paparelle).

    Sebeto
    Eretta per volere del viceré Manuele Zurica y Fonseca nel 1635, l’o-
    pera è di Carlo Fanzago, glio di Cosimo, che volle ra gurare il u-
    miciattolo napoletano, che scorreva nel cuore della città e del quale
    hanno fatto menzione numerosi autori dell’Antichità e del Medioe-
    vo, nella gigantesca statua di un vecchio uomo barbuto adagiato su
    una grande valva di conchiglia sotto un arco. Nella parte superiore
    della struttura, composta da tre vasche in marmo, si ergono due
    mostri marini dalle cui bocche sgorga l’acqua. La collocazione ori-
    ginaria era al termine della strada Gusmana, chiamata poi salita del
    Gigante. Oggi la fontana si trova al limite di via Caracciolo, dove fu
    trasferita, dopo esser stata smontata a inizio secolo, nel 1939.

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