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Pianificare ed uscire dalla crisi economica

  14 Luglio 2020

Raffaele Castagna, ManagerDirector di Accenture Italia indica le buone pratiche manageriali da impiegare per il futuro 

I momenti di crisi sono quelle situazioni che tutti cercano di evitare e quando arrivano, non si è preparati ad affrontarli, con la conseguenza che non sempre si ha la possibilità di attuare la migliore opzione disponibile. A volte la crisi si supera, a volte travolge, a volte diventa un’opportunità, ma in ogni caso costringe ad un cambiamento. Ne parliamo con l’ing. Raffaele Castagna, ManagingDirector di Accenture Italia, responsabile Oracle Business Group per Accenture in Europa.

Ingegnere, nelle Università e nelle Business School, siamo soliti raccontare soprattutto dei casi di successo di imprese e startup, mentre invece dai fallimenti, soprattutto in periodi come questi, possiamo trarre importanti lezioni di imprenditorialità e buone pratiche manageriali da impiegare per il futuro. Quale è la sua opinione?

«In molte parti del mondo, alle aziende viene chiesto di riaprire ciò che COVID-19 ha chiuso per aiutare a riportare “online” le economie nazionali. In quello che sarà un lungo periodo di incertezza, la riapertura richiede una forte energia nel “reinventare il business”, una rivisitazione dei processi e delle “operations” per rispondere continuamente all’imprevedibile, ai cambiamenti delle attività economiche e alle mutevoli norme culturali, sociali, ai valori e ai mutati comportamenti della società. In questa prospettiva è cruciale analizzare il business in un’ottica di “disruptive innovation”, ovvero guardando a quelle innovazioni capaci di rivoluzionare un modello di business preesistente e ridefinendo i confini dell’arena competitiva.

In questo senso ho avuto modo di partecipare ad alcuni innovation panel e start-up coaching dove ho già visto tanti giovani delle nostre Università campane cimentarsi in innovazioni, stravolgendo il modo in cui i consumatori saranno abituati ad utilizzare prodotti e servizi. Ad esempio, è stata sviluppata un’app geniale, in grado di render fruibile i servizi commerciali standard non solo in modalità “book to use” ma anche di abilitare per loro nuovi canali digitali e l’edge-commerce (www.uptoo.it)».

Si parla sempre più spesso di imprese resilienti, cosa s’intende?

«La resilienza è oramai un termine familiare, e non è un caso visto il particolare periodo storico indotto dal Covid19 e dalle precedenti crisi economiche degli ultimi anni. Essa consiste nella capacità degli individui di non solo fronteggiare i traumi e le difficoltà, ma anche di render questi momenti parte di un processo di apprendimento e di sviluppo. Far crescere la resilienza personale di gruppi sempre più ampi della popolazione aziendale, responsabilizzare e istruire i manager a far crescere questa qualità nel proprio gruppo di collaboratori, significa far nascere e rinforzare il grado di resilienza organizzativa dell’intera compagine aziendale, rendendo l’impresa più forte e flessibile di fronte alle minacce ed alle continue turbolenze del mercato».

Nella vostra organizzazione che è una multinazionale complessa e con copertura globale quali sono gli asset, tools e processi di change management che state mettendo in atto?

«Un programma di riattivazione globale del business di Accenture e dei nostri clienti che aiuti a superare l’incertezza, secondo noi inizia con cinque aree di focalizzazione: People First, Design Spacesthatworks, Solve in phases, Commit to an elastic cost structure, Get future ready.

Su ognuna di queste aree abbiamo da subito attivato team internazionali che hanno lavorato alacremente a definire le linee guida, i tool e i processi utili per noi e per i nostri clienti, con offerte specifiche anche per settore di attività».

Lei, in particolare, cosa suggerirebbe ai manager soprattutto delle PMI, duramente colpiti da questa crisi?

«Il successo di questa fase di riapertura risiederà nello sviluppo di nuove capacità. Questo è il momento di diventare portavoce e iniziare ad abilitare, direi soprattutto ed in modo estremamente focalizzato per il mondo delle PMI, una trasformazione aziendale più ampia e radicale sfruttando le nuove tecnologie su vasta scala.

Nelle scorse settimane ho avuto l’opportunità di collaborare con una PMI campana dell’aerospazio e ho visto lavorare in un’ottica assolutamente sinergica e paritetica la proprietà, le strutture tecniche e quelle di progettazione della linea di produzione attuale, per convertire temporaneamente la produzione e creare nuovi prodotti specifici per il post COVID19.

In questo senso bisogna sostenere tutte le aree di “agility” e sperimentazione aziendali con un più chiaro “empowerment” dei singoli individui e dei team, supportato da una maggiore delega e con metriche di gestione delle prestazioni riviste che premino l’autonomia ed il risultato. Questo ancor di più che nel passato se vogliamo uscire tutti da questa crisi il più rapidamente possibile».

> di Francesco Castagna

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