Sport

home > Sport> Rubrica "A bordo campo": Una stagione già segnata

Rubrica “A bordo campo”: Una stagione già segnata

  10 Maggio 2019

La seconda parte della stagione è ormai in corso e le posizioni in classifica sembrano fortemente delineate, con una Juventus sempre più padrona della scena (grazie ad una serie ininterrotta di successi, seppur non assecondati da prestazioni di livello eccelso), e con il protagonista principale – il capo cannoniere CR7 – capace di  creare letteralmente il vuoto intorno con la sua classe, i suoi numeri, la sua fredda concretezza.

Le altre compagini, Napoli in testa, stanno cercando di fare il possibile per competere con i torinesi, tentando di colmare il gap esistente, ma le distanze dalla vetta restano imbarazzanti.

Quale ruolo potrà svolgere, da qui alla fine della stagione, la compagine azzurra, troppo prematuramente uscita dalla lotta per la prima piazza, unitamente alla poca fortuna avuta nella massima competizione europea, con un girone concluso a nove punti, dimostratisi non sufficienti per passare il turno, rispetto ad altre squadre (vedi la Roma, per esempio) che con un punto in meno hanno potuto proseguire la loro corsa europea?

Certo, in sede di sorteggio, le speranze che il Napoli potesse proseguire il suo cammino erano ritenute minime, di fronte a corazzate del calibro del Paris St. Germain (con il trio d’attacco più forte d’Europa), e di una delle due finaliste della scorsa edizione, i “reds” del Liverpool dell’asso Salah.

In tutto questo si è inserita la sessione invernale del mercato, durante il quale da un lato la Società – per voce del “leader calmo” Ancelotti – aveva assicurato che la “rosa” non sarebbe stata toccata, salvo poi smentirsi, avallando non solo e non tanto il prestito di una giovane (per quanto ancora inespressa) promessa come Marco Rog, quanto dando via libera, a stagione in corso, alla cessione di un totem come Marek Hamsik, affascinato da un’esperienza in Cina, ma anche e soprattutto per il sontuoso contratto triennale offertogli. Il tutto trascurando le settimane durante le quali l’ambiente azzurro è stato scosso dalla possibilità di perdere il vero leader della squadra, quell’Allan anch’egli attratto da lauti guadagni che avrebbe potuto percepire se solo la dirigenza del Paris St. Germain avesse accettato le condizioni (invero eccessive) della Società Calcio Napoli.

Proprio l’indebolimento manifesto della squadra non è proprio andato giù alla torcida azzurra, incredula di fronte ad una politica societaria proiettata a “monetizzare” ai massimi livelli, ma incapace di allestire un roster con la possibilità di competere alla pari dei più forti in campo nazionale ed internazionale. La presenza in organico di uno o due top player garantirebbe quel salto di qualità che il Napoli stenta a compiere, restando in un limbo perenne.

A fronte di tutto ciò s’innesta l’odiosa polemica del patron De Laurentiis nei confronti dei tifosi, rei di disertare lo stadio, anche a fronte di prezzi divenuti più popolari, così non contribuendo al potenziamento della squadra e del suo asset, soprattutto se confrontati con la Juventus (con stadio di proprietà e ricchi ricavi), per tacere delle due milanesi, capaci di attirare un pubblico sempre assai numeroso.

Disaffezione o cosa? Di certo si tratta di un fenomeno imprevisto, per una piazza capace – anche nelle due stagioni in serie C – di portare allo stadio oltre sessantamila tifosi.

Chi scrive è convinto che ciò scaturisca dalla manifesta incapacità/impossibilità di competere con chi si avvia a conquistare l’ottavo tricolore di seguito, che neanche manifesta segni di usura o mancata volontà di non rinnovarsi e migliorarsi ulteriormente, attraverso l’innesto di campioni sempre più affermati e decisivi. Probabilmente occorre, una volta per tutte, entrare nell’ordine di idee che più di questo il Napoli non è in grado di fare, e che la crescita non può che passare attraverso il suo autofinanziamento, acquistando giovani talenti in giro per il mondo, valorizzandoli e rivendendoli al miglior offerente, il tutto auspicando che i più forti possano subire un calo, lasciando spazio alle altre compagini, sul modello dell’Atletico Madrid.

In fondo si tratta solo del primo anno con Mr. Ancelotti alla guida, lui sì abituato a dettar legge, confidando in un 2019/2020 dall’imprinting più marcato da parte del tecnico di Reggiolo, in sede di allestimento della squadra.

> di Antonio Di Luna

condividi su: