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Non Solo Soldi: Napoli che cerca di risalire la china

  28 Gennaio 2019
Non solo Soldi: la rubrica di Massimo lo Cicero.

Il Nord Ovest cresce e produce. La metropoli napoletana è dispersiva al suo interno ed è, certamente, diversa da Milano e Torino. Politica debole, società divisa, imprese ed apparati statali sono gli ostacoli da superare, per Napoli: ma questo è una scommessa, se e quando la nostra città potrebbe tornare ad essere una grande metropoli contemporanea. Per ora non se ne parla, ovviamente; una politica inconsistente, di una ventina di anni, ha smontato la società, l’economia e la capacità di separare il Nord Ovest e la Campania: la virgola di ponente, i due grandi poli a ponente collegati da Torino e Napoli.

Purtroppo sia le province che circondano Napoli, e anche le altre regioni meridionali, si chiudono in se stesse e, di conseguenza, si perde la capacità creativa della crescita e dello sviluppo per il Mezzogiorno continentale. Napoli rimane fragile, insomma, mentre Milano e Torino si consolidano tra loro ed allungano la propria forza. Milano, in particolare, si definisce come l’ultima metropoli europea che possa alimentare una relazione positiva tra il Mediterraneo e gli sviluppi che ne verranno.

Nonostante tutto Napoli è ancora in piedi ma non è certo una metropoli. Non si tratta solo di una caduta dell’industria: esiste un terziario scadente ed uno squilibrio tra il settore pubblico ed i processi imprenditoriali; ma anche una crescente quantità di popolazione marginale, una pesante disoccupazione ed una larga area di lavoro nero. Ed anche una forza oscura aggressiva e criminale.

Paradossalmente, a partire dal 2014, il rimbalzo dell’industria, del turismo, dei beni culturali, della ricerca e dell’innovazione, ha aperto la porta ad un processo di crescita. Tre milioni di persone si ritrovano nella metropoli. L’economia, in tono minore, rispetto al Nord Ovest, comincia a riprendere quota. Ma ci sono ottime Università e Academy che spingono meccatronica, robotica, logistica, chimica e fisica di grande profilo.

Questa spinta appassiona i giovani, che scelgono e si collegano con i docenti che producono innovazione. Una parte delle imprese, che ha superato la crisi, è riuscita a chiudere il cerchio tra produzione e ricerca. Un’altra parte delle imprese non riesce a percepire progetti di qualità e rimane indietro.

Se la politica non riesce a guidare la città, dovrebbe provarci la società e la forza di Napoli.

>  di Massimo Lo Cicero

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