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Rubrica A bordo campo: Che stagione potrà essere?

  16 Gennaio 2019

La stagione 2018-2019 è ormai ampiamente in corso, con il suo susseguirsi di incontri a livello di campionato nazionale, come di champions, e la situazione delineatasi appare oltremodo chiara, con i “cannibali” di bianconero vestiti a farla da padroni incontrastati e gli altri, gli inseguitori, a correr dietro, forse irragionevolmente fiduciosi di riprenderli.

Nel caso della squadra azzurra non può certamente sostenersi che non stia facendo un percorso più che lusinghiero, fatto di prestazioni convincenti e risultati che lasciano ben sperare su tutti i fronti. Dopo quattro mesi dall’inizio delle ostilità l’identità degli azzurri sembra essere ormai ben definita, grazie all’opera sapiente ed esperta del “leader calmo” Ancelotti, che – come più volte dallo stesso dichiarato – si è guardato bene dallo sconfessare l’eccezionale lavoro svolto nel triennio precedente dal collega Sarri, iniziando prima a ripercorrerne la strada, salvo poi modificare il sistema di gioco, con il vantaggio conseguente ed innegabile di non fossilizzarsi sul 4-3-3, ma viceversa provando – in corso di gara – moduli diversi, dal 4-4-2- al 4-3-2-1 (il famoso e tanto celebrato, durante l’epopea milanista, “albero di Natale”).

Il contributo che il tecnico di Reggiolo sta apportando alla causa azzurra è indubbiamente elevatissimo, non solo – si ribadisce – in termini di esperienza ma, ne sono tutti convinti, dal punto di vista dell’approccio alle partite e, più in generale, rispetto alla gestione del gruppo.

Per quanto attiene tale ultimo aspetto, appare chiaro il cambiamento a 360 gradi rispetto alla gestione precedente: non più una squadra di soli “titolarissimi” (costituita da non più di tredici elementi, alcuni dei quali destinati a disputare solo i pochi minuti finali dei match, vedi Rog), ma una rosa davvero allargata, motivata, coinvolta e – quindi – desiderosa di mostrarsi sempre all’altezza, proprio al fine di mettere, settimanalmente, in difficoltà il trainer in sede di scelte dell’undici da far scendere in campo.

Diciamocela tutta, e chi scrive – è noto – è stato (e resta) un seguace accanito del credo calcistico di Maurizio Sarri, ma i vari Zelinsky, Diawara, Rog, Ounas, il rientrante Maksimovich, Luperto (un giovane mandato per anni a crescere nelle categorie inferiori…), per arrivare fino al transalpino Malcuit, quando avrebbero avuto la possibilità di crescere davvero, mostrando di cosa sono realmente capaci? E che dire della “rivoluzione” introdotta in porta, sconfessando una regola non scritta che vuole la certezza del posto per il portiere? L’alternanza fra due ottimi “numeri uno” (Ospina e Karnezis), che ha preceduto il ritorno in campo del giovane e più che promettente Meret, cos’è se non una felicissima intuizione di mr. Ancelotti? Insomma, tutti in campo… felicemente.

Orbene, questa ventata di novità apportata dal tecnico romagnolo, che tanto sta entusiasmando il suo mentore De Laurentis, per tacere di un pubblico prima dubbioso, ma poi sempre più convinto della bontà della scelta del patron romano, ci si chiede a cosa potrà portare concretamente, proprio alla luce dello score incredibile dei bianconeri torinesi, già fortissimi per sette lunghi anni di regno incontrastato, peraltro accresciuto con l’ingaggio del tanto giustamente celebrato CR7? È verosimile pensare che il Napoli, come gli altri principali inseguitori (Inter, Roma e Milan su tutti, per tacere di una fin qui altalenante Lazio), potrà ragionevolmente inserirsi nella lotta scudetto? È ipotizzabile pensare – con oggettiva speranza – che lungo il cammino la forte compagine bianconera possa perdere punti, lasciando così almeno l’illusione di poterci provare?

Ecco, questo è il principale interrogativo che anche il più incallito tifoso si pone (ma anche, evidentemente, ogni consapevole “addetto ai lavori”) e che potrà trovare una risposta solo e soltanto di fronte ai primi singhiozzi, alle prime giornate “storte” nelle quali potrà eventualmente incappare la compagine bianconera, ammesso e non concesso che la loro fame possa – strada facendo – diminuire, in vista di un traguardo europeo (Champions League) tanto fin qui vanamente inseguito, a patto – evidentemente – che le motivazioni degli azzurri non vengano mai meno e che costante e fortissima sia la grinta mostrata in campo, in vista dell’ottenimento dei risultati inseguiti.

Insomma… lottare sempre, crederci tutti. Buon prosieguo di stagione.

> di Antonio Di Luna

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