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Mappe interiori: PETINA, perla degli Alburni

  27 Novembre 2018

Questo nuovo appuntamento fra le località imperdibili della Campania, ci porta nella natura incontaminata del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano: a Petina. Un paese di circa ottocento abitanti, le cui origini rimontano a prima dell’anno Mille, celebre per la produzione, modesta nella quantità ma superlativa nella qualità, di una fragolina di bosco che meriterebbe senz’altro il marchio DOP. Pluripremiato come Comune riciclone grazie all’impegno della locale amministrazione, guidata dal giovane sindaco Domenico D’Amato, Petina è un esempio perfetto di territorio ricco di bellezze naturali e di eccellenze enogastronomiche che può diventare la base di un nuovo rilancio imprenditoriale del Sud.

Il paese sorge ai piedi di quella maestosa cattedrale naturale che è il massiccio degli Alburni, ed è una base ideale per visitare le tante località vicine (ad esempio le Grotte di Pertosa), ma anche per praticare tutte le attività outdoor connesse con il cosiddetto turismo d’avventura, che sempre più si afferma fra le nuove tendenze.

Percorrendo gli antichi tratturi petinesi, ci si ritroverà immersi in un silenzio maestoso, rigenerante, interrotto soltanto dal mormorio del vento, dal canto degli uccelli o dallo scampanio di armenti lontani (qui si produce un magnifico provolone podolico). La natura è così incontaminata che la fauna è fra le più ricche in Italia e annovera persino il lupo, leggendario abitatore delle nostre foreste e infallibile indicatore di un ambiente naturale puro. I fiumi circostanti sono balneabili, e garantiscono nuotate in un contesto di bellezza quasi esotica, mentre i panorami dalle cime sono semplicemente spettacolari: dal Panormo (1742 mt) si può ammirare, da un lato, l’intera piana del Sele fino ai confini della Puglia e, dall’altro, il mare.

Il borgo è presepiale, con le sue case in pietra viva, i balconi fioriti, i portoni e le finestre colorati, le fontane e i vicoli dal caratteristico pavimento a ciottoli.

Da visitare: l’Osservatorio Astronomico di Aresta, l’antico lavatoio, la cinquecentesca chiesa di S. Nicola di Bari, il Monastero Benedettino di Sant’Onofrio e l’antico mulino ad acqua.

Infine, una menzione di merito per due personalità cui Petina deve non poco: la dottoressa Ida Giannattasio che, attraverso la direzione della locale casa anziani, cura con sapienza e passione il rapporto fra le generazioni; e Luciano Burlini, archeologo ma anche, come si vede dall’immagine che accompagna il nostro racconto, fotografo di grande talento.

> di Flavio Pagano

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