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UN PUGILE “A FRONTE ALTA”

  27 Aprile 2018

Il lavoro di Antonello Cossia ripercorre la storia del primo boxeur napoletano alle Olimpiadi

Un guantone da boxe, una vecchia borsa, un cappello da muratore fatto di giornali: la scenografia di “A fronte alta”, di Antonello Cossia, ospitato alla galleria PRAC per la stagione di Wunderkammer, diretta da Diego Nuzzo. In scena l’avventura di Agostino Cossia, classe 1931, campione d’Italia nei pesi piuma per gli anni 1955/56, che fu il primo pugile napoletano alle Olimpiadi, chiamato a rappresentare l’Italia ai giochi olimpici di Melbourne in Australia nel 1956.

Lo spettacolo ne ripercorre l’impresa tra suggestioni, ricordi personali, resoconti di testimoni dell’epoca “che vanno ad incrociare le fitte maglie della Storia – sottolinea Antonello Cossia -, funestata in quegli anni da scenari terribili. Era il tempo delle tensioni mondiali, delle lotte bracciantili, della faticosa ricostruzione di città e di identità civili”.

Agostino aveva incontrato agli ottavi di finale il forte russo Vladimir Safronov, che mandò tutti i contendenti al tappeto, tranne uno: ‘un giovane proveniente da un paese del sud, che faceva il muratore nella sua città’. “A fronte alta” sintetizza la limpida linea di comportamento tenuta dal protagonista, non solo dentro le dodici corde. Sconfitto, ma solo ai punti: l’unico a finire in piedi davanti al russo Vladimir Safronov, formidabile tecnico e micidiale picchiatore, il futuro campione olimpico.

“L’entusiasmo di Agostino – aggiunge il regista – è relativo alla spinta che questa avventura ha donato alla sua vita, a ciò che ha ottenuto, non senza fatica e impegno, dove il sogno da realizzare non consiste- va in qualcosa di impossibile, di irraggiungibile, ma piuttosto qualcosa che si è tramutato in passione, in determinazione per la propria scelta di vita. Una cosa di cui fortemente si sente la mancanza”.

> di Raffaele Rinaldi

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