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A bordo campo: Azzurri, una stagione da record!

  22 Marzo 2018

gennaio si è chiuso il cosiddetto mercato di riparazione e molto si è letto e dibattuto sul ruolo avuto dal Napoli.

L’opinione pubblica è rimasta particolarmente sconcertata dalle mosse (non fatte) dalla società, rea di non aver concluso alcun affare, se non condotto operazioni minori, uscendone addirittura indebolita.

Aldilà delle considerazioni dei tifosi e del movimento giornalistico tutto (nazionale e locale), pesano ed hanno rilievo solo le considerazioni fatte dal Presidente prima e dal tecnico poi, volte a spegnere qualsivoglia polemica, con il primo convinto di assegnare un 10 (provocatoriamente?) alle operazioni di mercato, sostenendo di aver provato anche ad offrire una cifra blu per un giocatore (Politano) non considerato prima scelta, in ragione di una possibilità d’impiego in un minor numero di ruoli rispetto al pur cercato attaccante del Bologna (Verdi), ma di aver poi dovuto rinunziare alla definitiva negoziazione per mancanza di tempo e per paventate azioni di disturbo di “società concorrenti”, concretizzatesi poi nel rifiuto del Sassuolo.

Di suo, il “comandante” Sarri ha nobilmente difeso l’operato dei suoi collaboratori (nella fattispecie il fido Giuntoli), rimarcando a chiare lettere che piuttosto che acquisire le prestazioni di giocatori non funzionali al suo gioco, è stato preferibile lasciare le cose come stavano, acconsentendo alla cessione a titolo definitivo al Chievo Verona di Giaccherini, e in prestito secco (allo Spartak Mosca) di Maksimovic (per metter minutaggio nelle gambe e così ulteriormente testandolo), accomunati da un impiego fino ad allora irrisorio. Ma ciò che forse realmente sconcerta, e non è la prima volta, è la sequenza sinistra di rifiuti a vestire la maglia azzurra, ovvero la maglia di una squadra che comunque sta mostrando il suo valore in campionato, sfoggiando prestazioni di grande livello e risultati eccezionali e conseguendo – uno dopo l’altro – record significativi. I Verdi e gli Younes che, per motivi vari (e per certi versi sconcertanti), non hanno aderito al progetto Napoli, si domanda il tifoso medio, sono consapevoli della scelta fatta, oppure realmente – come si sussurra neanche troppo a bassa voce – qualche squadra blasonata (nazionale e/o estera) ha promesso a giugno ingaggi maggiori ed una vetrina più prestigiosa? Ecco, è proprio questo l’interrogativo maggiore che ci si pone, che più infastidisce e deprime l’ambiente e che potrà avere soluzione solo alla riapertura della sessione estiva delle contrattazioni. Intanto – al netto del ritorno all’attività agonistica del lungodegente Milik, cui fa il paio la sconsolante frattura della rotula dx del terzino Ghoulam, che priverà il Napoli del suo contributo, quasi sicuramente, fino alla fine della stagione – le perplessità su una rosa non ritenuta sufficiente per competere a livello nazionale ed internazionale restano intatte e solo la magia dell’operato di Mr. Sarri potrà fugare dubbi e  preoccupazioni.

Sarri, appunto: questo è il vero autentico nodo che ruota intorno al futuro prossimo del Napoli, che si scioglierà solo attraverso la capacità e la ferma determinazione del patron De Laurentiis di convincere il tosco-bagnolese a proseguire il suo fantastico progetto, attratto e lusingato non solo e non tanto dal grande affetto che riceve costantemente da una tifoseria innamorata (come mai dimostrato per nessun tecnico partenopeo, ivi compresi Bianchi prima e Bigon poi, che pure hanno vinto qualcosa), ma soprattutto dalla concreta volontà del produttore cinematografico di fare quell’ulteriore balzo in avanti, così assicurando il giusto e definitivo aplomb alla squadra, attraverso l’innesto di giocatori di caratura internazionale, che siano fieri di indossare la maglia azzurra e sicuri di poterne scrivere la storia, con le loro performances da “top”.

> di Antonio Luna

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