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Letture in Corso: “La filosofia spiegata con le serie tv”

  17 Novembre 2017

Tommaso Ariemma, “La filosofia spiegata con le serie tv”, Milano, Mondadori, 2017, pagine 140, euro 15

L’insegnamento è tra le attività umane una delle più difficili.

Riuscire a spiegare a un giovane le conoscenze acquisite per millenni è senza dubbio opera ardua.

Tommaso Ariemma ha trovato un modo affascinate ed efficace per insegnare la filosofia ai suoi studenti: usare le serie televisive come modello per far conoscere il pensiero dei grandi pensatori. Provate a pensare a Parmenide, quello per intenderci de  “l’essere è e non può non essere”, e a catapultarlo in una puntata di “True Detective”. Oppure affrontare le riflessioni di Aristotele attraverso gli esempi offerti da “The Walking Dead”. E si potrebbe continuare così a lungo, visto che “La filosofia spiegata con le serie tv” di Ariemma rilegge le esperienze dei più importanti esponenti della storia del pensiero (e delle più celebri serie televisive degli ultimi tempi) con questa metodologia che ai più potrebbe apparire, quanto meno, poco convenzionale. In realtà, il progetto che Ariemma porta avanti già da anni (e con diversi libri) è scardinare un mondo, quella della cultura, fatto di pregiudizi e chiusure mentali e soprattutto disciplinari, che vuole guardare solo indietro, dimenticando quello che succede in una quotidianità fatta di questioni e problematiche che segnano l’esistenza di tutti noi. Del resto, la cultura nasce come strumento di sopravvivenza per l’uomo ed è legata strettamente a quel “hic et nunc” (qui e ora) tanto caro a Martin Heidegger. Questo non significa banalizzare, rendere semplici conoscenze che semplici non sono. Ariemma non procede per sottrazione, anzi le sue lezioni sono ricchissime di spunti, ma sceglie la strada che meglio può essere compresa da un adolescente (e non solo). Che poi a ben vedere è un po’ quello che faceva, tanto per rimanere in tema, Platone quando nei suoi insuperati dialoghi usava il mito per spiegare la sua filosofia.  Un aspetto non secondario di questo libro è quello di offrire – per quanto possa (debba?) essere classificato un manuale (senza dubbio sui generis) – una lettura godibile, immediata e, a tratti, divertente, caratteristiche anche questa non proprio comune per un testo di filosofia.

>Roberto Colonna

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