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NAPOLI TECH-HUB EUROPEO

  03 Aprile 2017

Connettiamo le passioni: la parola d’ordine di Danilo Iervolino, Presidente dell’Università Telematica Pegaso

Napoli è il futuro tech-hub europeo: “dalla città – spiega Danilo Iervolino, Presidente della Università Telematica Pegaso, Presidente della Universitas Mercatorum e Consigliere di Amministrazione SVIMEZ – s’inizia un percorso virtuoso di crescita delle start-up. La filiera si allunga, non c’è più solo non c’è più solo l’idea, la capacità realizzativa e l’approccio al mercato, bensì un percorso propedeutico di formazione in cui far crescere e forgiare gli start-upper”.

È una sintesi perfetta…

È una sintesi che stiamo mutuando da Paesi che hanno fatto meglio di noi, ovvero quelli anglosassoni, ma mi riferisco soprattutto alla Silicon Valley, che ha visto far nascere all’interno della Standford University la grande impresa Google, attraverso i geni di Sergey Brin e Larry Page, una realtà che oggi vale oltre 500 miliardi di dollari, ovvero quanto la somma di tutte le aziende quotate nella nostra borsa italiana. Da un’idea due ricercatori hanno creato una delle più grandi aziende tecnologiche del mondo. Questo ha dell’incredibile, ma è una storia che si replica con Zuckerberg di Facebook e con Talanick di Uber, e così via.

Un cliché efficace…

Il metodo è sempre lo stesso: l’Università diventa l’anfiteatro del sapere aperto, democratico, libero, adatto alle esigenze e alle opportunità del digitale; docenti che diventano mentori per giovani talenti, che aiutati da una buona base formativa creano una propria start-up facendo innovazione con la conseguenza di rappresentare un volano di crescita per tutto il territorio e per le migliaia di lavoratori che l’abitano.

E Napoli?

Napoli è la sede della Pegaso, della prima Università Telematica italiana, Ateneo incentrato sul life- long learning, ovvero sulla formazione continua, che sta spingendo tantissimo per la formazione degli start-upper. All’interno del corso di Economia lo studente può caratterizzare la propria formazione con indirizzo start up. Abbiamo, inoltre, dei percorsi post laurea e post diploma per start-upper, in collaborazione a Digital Magics, che è il più importante incubatore digitale italiano. L’Università, quindi, partecipa non solo alla formazione degli start-upper, ma è lo stesso Ateneo ad accelerare i progetti con investimenti propri.

In questa direzione il contesto cittadino e regionale sembrerebbe fertile…

Certo, ben venga l’Accademia di Apple della Federico II, ben vengano gli incentivi delle Camere di Commercio e quelli governativi ad agevolarne la nascita. Ed un forte plauso va al Presidente della Regione Vincenzo De Luca, che istituisce il primo Assessorato sulle start-up.

Napoli, dunque, in prima linea per l’Industria 4.0…

Noi ci investiamo e crediamo: accompagniamo giovani talentuosi che vogliono intraprendere un solco non tracciato da altri, con il coraggio e lo slancio di mettere in campo delle progettualità effervescenti per far nascere nuove aziende.

Che cosa risponde a chi dice che la start-up non è altro che una nuova partita Iva?

Che questa affermazione è una visione distorta e limitante: la start-up è un nuovo modo di vedere il mondo che ha chi lo vuole cambiare e conquistare con una grande idea. Bisogna avere testa per aria e piedi per terra, essere “mezzi Archimede”, logicamente mi riferisco al siracusano, ma andrebbe bene anche quello a fumetti, e “mezzi Ray Kroc”, il fondatore di McDonald’s: avere grandi idee ma anche essere ferocemente concreti. È questa l’Università che immagino, è questo lo sforzo che partendo da Napoli vuole portare ed accompagnare giovani a credere innanzitutto il loro stessi e a tirar fuori il meglio delle loro potenzialità.

Un progetto ambizioso…

Si, ambizioso per tutti: per coloro che lo abitano, per coloro che lo promuovono, in virtù anche dell’aspirazione di poterlo replicare in tutto il mondo. Parte infatti un progetto di internazionalizzazione in vari Paesi. Vincere questa s da è vincere per Na- poli una prospettiva di futuro rosea che, finalmente, dopo anni non la vede più come fanalino di coda d’Europa, bensì come motore pulsante di idee e genialità. Far ritornare Napoli ai fasti di un tempo è possibile e la ricetta parrebbe anche verosimilmente semplice: connettiamo le passioni.

> di Francesco Bellofatto

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